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Qui puoi trovare i nostri ultimi sermoni. Parla con noi se hai domande dopo aver ascoltato il sermone. Speriamo di vedervi presto a uno dei nostri culti.

Chiesa Il Perugino

Chiesa Il Perugino
La CHIESA di CRISTO nella sua espressione locale è un contesto in cui troviamo fratelli e sorelle provenienti da diversi background culturali siano essi religiosi o no, ma accolti da CRISTO grazie al sangue ch'Egli ha versato sulla CROCE per ciascun di loro per il perdono dei peccati e la loro riconciliazione con Dio Padre.

In un contesto così eterogeneo, l'apostolo Paolo mette in guardia sulle trappole in cui gli uni e gli altri possono cadere mettendo in pericolo l'armonia e la pace e l'unità dello Spirito che va conservato per una crescita degli uni e degli altri all'immagine di Cristo.

Paolo tratta in questo testo il concetto della LIBERTÀ IN CRISTO, egli traccia il quadro in cui va esercitata, il modo in cui va esercitata e lo scopo finale per il quale CRISTO ci ha reso liberi, ovvero vivere per LA GLORIA DI DIO, ONORANDO i fratelli e ricercando il loro INTERESSE prima ancora del nostro in tutto quello che PENSIAMO, DICIAMO e FACCIAMO.

Consapevoli che un giorno verrà in cui CIASCUNO di noi dovrà rendere conto a DIO sulla propria vita, sulle sue scelte, le sue azioni, sulla propria amministrazione, Paolo ci esorta a VEGLIARE sulla nostra condotta in modo tale da NON DISPREZZARCI né GIUDICARCI A VICENDA, ma ad la LIBERTÀ che Cristo ci ha procurati per SERVIRE L'UN L'ALTRO.
SERGE WATCHOUANG: LA LIBERTÀ IN CRISTO NELLA CHIESA LOCALE (Romani 14:1-12)
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L'apostolo Paolo ci incoraggia attraverso questo passo all'AMORE FRATERNO discernendo i tempi i cui stiamo vivendo, ricordando che la seconda venuta del nostro Signore Gesù è vicina.

Paolo ci ricorda che L'AMORE FRATERNO è un DEBITO PERENNE che abbiamo e avremmo gli uni nei confronti degli altri, e che dobbiamo essere impegnati a PAGARE con ogni premura e diligenza, a causa dell'AMORE STESSO con cui DIO ci ha amati.

Paolo esorta i fratelli a RIVERTIRSI DI CRISTO ovvero di indossare le vesti del suo AMORE, della sua GIUSTIZIA, della sua SANTITÀ, delle sue COMPASSIONI o MISERICORDIE, della sua UBBIDIENZA, della sua SOTTOMISSIONE al PADRE e alla sua VOLONTÀ, per vivere il tempo che CI RESTA, per la GLORIA DEL SUO NOME, per testimoniare a molti IL SUO VANGELO di GRAZIA.
SERGE WATCHOUANG: È ORA ORMAI CHE VI SVEGLIATE DAL SONNO (Romani 13:8-14)
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I discepoli di CRISTO seguono UNA VIA ben delineata nelle Sacre Scritture.

Sebbene abbiamo TUTTO in CRISTO, abbiamo bisogno di approfondire, di appropriarci e godere pienamente ciò che abbiamo già ricevuto IN CRISTO. Questo richiede sforzi da parte nostra se non vogliamo vivere nell'INGANNO o in un'APATIA. In Filippesi 2:12 "Adoperatevi al compimento della vostra salvezza con TIMORE e TREMORE"

Come discepoli dobbiamo RINUNCIARE ad ogni IDOLO di questo mondo per SEGUIRE CRISTO, per poter vivere la PREGHIERA che fa' PAOLO per gli Efesini in questo passo.

O sei discepolo di Cristo o sei discepolo di mammona.
Non dobbiamo amare l'idea di Gesù, ma Gesù stesso
CHRIS ZITO: APRI I NOSTRI OCCHI SIGNORE PER CONOSCERTI PROFONDAMENTE (Efesini 1:15-23)
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DIO è L'AUTORITÀ ASSOLUTA in questo universo in quanto Egli ne è IL CREATORE e IL SOSTENITORE. 
DIO, tuttavia ha scelto di DELEGARE la sua autorità in varie sfere della vita ad alcuni uomini a secondo del contesto affinché promuovano la sua GIUSTIZIA e riflettano il suo carattere sebbene siano creature con una natura corrotta dal PECCATO. Esistono quattro (4) principali sfere in cui DIO delega la sua autorità agli uomini:
-  Nella famiglia: al marito sulla moglie; ai genitori sui figli (Efesini 5:22-24; 1 Pietro 3:1-2; Efesini 6:1-3)
- Nella chiesa locale: agli anziani, vescovi o pastori (Ebrei 13:17; 1Tessalonicesi 5:12-13)
- Nell'ambito lavorativo: ai datori di lavoro, nell'organizzazione per livelli gerarchici (Efesini 6:5-8; 1 Pietro 2:18-19)
- Nello Stato: Ai Re, presidenti, premier, pubblici ufficiali (Romani 13)

In Romani 13 l'apostolo Paolo insegna il modo in cui i discepoli devono comportarsi nei confronti delle autorità civili nel paese in cui si trovano,  comandandoci da parte del Signore  di sottometterci a loro con ogni diligenza e ricordandoci che SONO STATE DA DIO STESSO STABILITE.

NESSUNO ha autorità in sé stesso, è sempre un'autorità DELEGATA da Dio che ne siamo consapevoli o meno. Ogni autorità viene esercitata ENTRO I CONFINI che Dio stesso stabilisce nelle SACRE SCRITTURE, LA BIBBIA, e NON in modo arbitrario, secondo il proprio cuore, il proprio pensiero, secondo la propria esperienza o valutazione delle cose. Non siamo chiamati, sia per quanto riguarda l'esercizio dell'autorità che la SOTTOMISSIONE ad esse dovute (come fecero gli Israeliti durante il PERIODO dei GIUDICI) "a fare ciò che ci pare meglio", ma a muoverci secondo le indicazioni che Dio stesso ha chiaramente menzionate nelle Sacre Scritture; in questo modo ONORIAMO DIO, lo RISPETTIAMO, abbiamo TIMORE del suo nome e LO ADORIAMO IN SPIRITO e IN VERITÀ, altrimenti LO DISPREZZIAMO, CI RIBELLIAMO all'ordine che LUI STESSO ha stabilito, LO DISONORIAMO A NOSTRO DANNO, CERCANDO DI ROVINARE NOI STESSI.
I DISCEPOLI di CRISTO devono essere dei cittadini che si contraddistinguono dagli altri per la loro UBBIDIENZA e SOTTOMISSIONE ALLE AUTORITÀ, piuttosto che dei FOMENTATORI di DISORDINE SOCIALE e INCIVISMO.
SERGE WATCHOUANG: L'AUTORITÀ SECONDO DIO (Romani 13:1-7)
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In 1 Samuele, capitolo 8, il popolo di Israele, insoddisfatto dell'amministrazione della giustizia dei figli di Samuele e desideroso di essere come le nazioni circostanti, chiede a Samuele di dargli un re. Sebbene Samuele sia triste per questa richiesta, Dio lo indirizza ad ascoltare il popolo, poiché il rifiuto non è contro Samuele, ma contro di Lui.

Dio istruisce Samuele a mettere in guardia il popolo sulle implicazioni di avere un re, sottolineando che un re li sottoporrà a tributi, servitù e guerre. Tuttavia, il popolo insiste, implorando Dio per un re che li governi. Di conseguenza, Dio permette che Samuele unga un re, preparando la strada per la monarchia in Israele.

Questo capitolo ci insegna l'importanza di fidarci della SOVRANITA' di DIO e delle conseguenze di cercare soluzioni umane invece di DIPENDERE INTERAMENTE DA DIO e DAL SUO GOVERNO. La necessità di un re riflette l'inclinazione del cuore umano a voler il controllo, invece di vivere sotto L'AUTORITA' di DIO.

Guardando a questo capitolo, possiamo chiederci come il popolo di Israele possa rifiutare il governo di Dio su di loro; ci dimentichiamo che facciamo lo stesso. Quante volte camminiamo secondo le nostre volontà e pensieri? Cerchiamo costantemente di trovare sicurezza e pace, riponendole in altre persone o governi, e ci dimentichiamo che SOLO in Gesù Cristo possiamo TROVARE LA VERA PACE e SICUREZZA. Egli ci ha dato LA PACE CON DIO, attraverso il suo SACRIFICIO PER NOI sulla CROCE, e con ciò ci ha dato anche LA CERTEZZA che saremo CON LUI per tutta l'eternità.
JEREMIAS BERNINI: GOVERNATI DA DIO o DAGLI UOMINI? (1 Samuele 8)
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C'è una RISPOSTA QUOTIDIANA, COSTANTE, CONTINUA che il discepolo di Cristo deve dare a DIO in merito all'AMORE che gli ha manifestato in Cristo Gesù dandogli di essere liberato dalla condanna eterna, di essere chiamato figlio di Dio per ADOZIONE, di avere una nuova identità, una speranza eterna, inamovibile, mettendo in lui IL SIGILLO dello SPIRITO SANTO  segno della sua appartenenza a Lui, per istruirlo, soccorrerlo nelle afflizioni, per combattere le sue battaglie, per donargli la VITTORIA sul peccato e su Satana, per farlo camminare nella VERITÀ. Dopo aver operato PER NOI e IN NOI per mezzo della sua GRAZIA, DIO si aspetta che diventiamo sempre di più dei VERI ADORATORI, che adorano in SPIRITO e VERITÀ, dei SACERDOTI FEDELI che offrono sé stessi, che mettono sull'altare l'INTER ESSERE loro, che rinunciano alla propria volontà per compiere la  sua VOLONTÀ, le BUONE OPERE ch'Egli ha precedentemente preparate. Quest'ultime riguardano la nostra RELAZIONE con gli altri FIGLI DI DIO, ricercando I LORO INTERESSI prima del nostro come CRISTO ha fatto per noi offrendo sé stesso sulla croce; ma riguarda anche la relazione con coloro che appartengono ancora a questo mondo corrotto. L'AMORE che Dio ha manifestato PER NOI e ha riversato IN NOI è LA MOTIVAZIONE PRINCIPALE che ci permette di SERVIRE DIO e gli altri con GIOIA con la certezza di essere GRADITI a Lui, di manifestare così la nostra RICONOSCENZA e GRATITUDINE per tutto ciò che ci ha donato per LA SUA GRAZIA.

L'AMORE non consiste a dichiarazioni, ma ad AZIONI CONCRETI per il BENE del prossimo. Il discepolo di Cristo si contraddistingue nell'essere in grado di AMARE anche i suoi NEMICI, di BENEDIRLI per lo Spirito di CRISTO che abita in Lui. Il discepolo è disposto a SOPPORTARE ogni cosa per LA GLORIA di Dio e per il bene del suo PROSSIMO, come CRISTO stesso ha fatto per primo.
SERGE WATCHOUANG: L'ESPRESSIONE DELL'AMORE NELLA CHIESA (Romani 12:9-21)
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